Il Festival della musica. Sanremo al chiuso e un rosso relativo
Amadeus nella sede Rai di viale Mazzini a Roma dopo la presentazione del Festival di Sanremo
La vecchia idea del pubblico su una nave da crociera è stata affondata da un bel po’, ma Amadeus ammette e promette che il suo Festival continuerà a navigare a vista. Di necessità, virtù. Attingendo a quella tecnica dell’improvvisazione sperimentata in radio da lui e dal sodale Fiorello. Con davanti le poltrone vuote dell’Ariston, più che pensare di essere in tv bisognerà infatti immaginarsi alla radio. «Io non seguo la scaletta» dice il direttore artistico, che ad andare dove lo porta il vento ha imparato più che mai in questi mesi in cui Covid, indici di contagio, zone rosse, protocolli e Cts sono stati la sua rosa dei venti.
Eppure, la nave va. E mentre Mario Draghi avrà forse cominciato, almeno sulla fiducia, ad asciugare qualche lacrima sul viso degli italiani, Amadeus e Fiorello tra il 2 e il 6 marzo avranno il compito ugualmente istituzionale di far sorridere gli italiani e la loro mamma Rai, anche per lo scampato pericolo di dover rinunciare al bottino pieno, tanto da far dire all’amministratore delegato di Rai Pubblicità Gian Paolo Tagliavia che nella raccolta pubblicitaria «a quattro settimane dal via al Festival veleggiamo bene». Ma per ora niente cifre, con Tim ancora sponsor unico per il quinto anno consecutivo.
Capitan Amadeus ha tenuto così ieri mattina con i vertici Rai l’attesa presentazione del più sballottato Festival dei marosi sanremesi, con a riva all’orizzonte minacciosi sventolii di bandiere e zone rosse, mentre dalla Costa Azzurra giungono notizie di crescenti contagi ad agitare il sindaco Alberto Biancheri. Ma poco importa, ormai, perché questo è «il Festival della consapevolezza» prima ancora che «della rinascita», come sottolinea il direttore di Rai 1 Stefano Coletta. «Io e Fiorello ci rendiamo conto che la situazione è difficile, ma dobbiamo trovare un equilibrio tra le 75 pagine del protocollo Rai sulla sicurezza sanitaria all’Ariston e lo show televisivo» taglia corto Amadeus, caricandosi sulle spalle il compito di regalare agli spettatori a casa «il piacere di distrarsi e di avere un momento di leggerezza. Abbiamo il dovere di dare cinque serate di serenità».
Sgomberato per forza maggiore il campo da super ospiti internazionali (con relativi mega ingaggi) l’imperativo diventa quello di un grande spettacolo televisivo made in Italy e musicale come non mai, «perché da lì dobbiamo ripartire. È un Festival difficile, ma abbiamo il dovere di sorridere e di regalare spensieratezza. La musica non si ferma mai». Amadeus assicura quindi di non aver mai pensato per un solo istante di abbandonare la nave nel bel mezzo della navigazione e dell’annunciata tempesta. «Non ho mai detto “lascio”, ma ho solo chiesto di essere uniti: o si fa Sanremo adesso o non si fa. Non ho mai pensato di lasciare un festival in costruzione», precisa riferendosi al presunto braccio di ferro sulla presenza o meno del pubblico all’Ariston e sul suo ventilato abbandono in caso negativo.
Made in Italy, si diceva, per questo 71° Festival che vedrà in gara ben 26 canzoni ampiamente annunciate da tempo. Così se l’arco anagrafico dei concorrenti è dei più ampi, arrivando a comprendere fino a Orietta Berti, quello degli ospiti onorerà la grande signora della canzone italiana Ornella Vanoni «per un grande omaggio il sabato sera – annuncia Amadeus –, anche se per questa grande artista tornata persino in classifica in queste settimane vorrei anche qualcosa di più». Quindi sul palco dell’Ariston spazio sicuro ai Negramaro e ad Alessandra Amoroso, mentre tra i desideri ci sono Loredana Bertè («ci sto provando e spero di riuscirci») e Jovanotti per il quale «le porte sono sempre aperte. Se vuole venire a trovare due vecchi amici, non deve neppure bussare».
Ancora avvolta nel mistero invece la ipotizzata partecipazione di Celentano (assente dal Festival dal 2012 quando fu invitato da Gianni Morandi e anche fischiato da parte del pubblico in sala) e Benigni (presente l’anno scorso con il suo monologo sul Cantico dei Cantici), di cui si era parlato nei giorni scorsi. «Ci sono stati incontri sia con Celentano sia con Benigni – conferma il direttore artistico – e siamo in attesa della loro risposta». In attesa che il mosaico si completi con molto altro, ieri sera è intanto partito in tv il primo promo sanremese con protagonista Fiorello, spalla e linfa vitale del direttore artistico.
«Dal 2 al 6 marzo facciamo altro, mettiamo in crisi Sanremo. Ci vorrebbe quello bravo a fare le crisi, come si chiama, quello toscano...» scherza il mattatore. La coppia stravincente dell’anno scorso si ricompone tale e quale show per il Sanremo 70+1 dell’era Covid e delle tante polemiche. «Ama – scherza Fiorello rivolgendosi al conduttore –, sei lo swiffer delle polemiche. Hai cominciato ad agosto con Morgan e giù settimane di polemiche, poi la nave, il pubblico, i figuranti. E non faccio più il festival, poi lo faccio... e sempre polemiche. Poi quando tutto sembrava tranquillo Ibrahimovic litiga con Lukaku, e poi Fedez fa sentire la canzone, era meglio quando eri solo sessista... Ah, ti saluta la Murgia», conclude ricordando quando l’anno scorso la scrittrice sarda li aveva accusati di aver condotto il Festival più sessista di sempre.
Polemiche che impallidiscono oggi di fronte a questo Festival unico e, si spera, irripetibile, che ha dovuto stravolgere il proprio regolamento: «Abbiamo fatto un integrazione basandoci sul vissuto di questi mesi – spiega il vicedirettore di Rai 1, Claudio Fasulo –. Se un cantante dovesse essere positivo dovrà ritirarsi, lo stesso se dovesse essere coinvolto nel tracing di casi di positività del suo entourage». Intanto l’Ariston diventerà una zona “Covid free” da cui i programmi radiofonici e televisivi Rai si collegheranno. Allo studio anche l’utilizzo della platea, vuota per l’assenza del pubblico. Tra le richieste, quella di riempirla con un cartonato che raffiguri Patrick Zaki, il giovane studente dell’Università di Bologna in carcere in Egitto. «Ci sono arrivate almeno 30-35 proposte di questo tipo, lasciateci il tempo di capire» dice Amadeus.
Chi da tempo ha invece già risposto, sono gli ospiti fissi Achille Lauro e Zlatan Ibrahimovic. Più forte rispetto agli anni passati la presenza femminile, con una donna al fianco del presentatore e direttore artistico per ogni sera: già confermate Elodie, Matilda De Angelis e Naomi Campbell. «Porteremo più donne che racconteranno il mondo femminile. Tra le varie idee, mi piacerebbe avere all’Ariston l’infermiera Alessia Bonari, che a marzo portava sul suo viso i segni della mascherina indossata per tutto il giorno. La sua è diventata una foto simbolo nei primi mesi della pandemia».