Un Nobel alla letteratura, nella sua forma più alta ed essenziale: così può essere interpretato il conferimento del premio alla canadese Alice Munro, classe 1931, riconosciuta dagli accademici di Svezia come «maestra nell’arte del racconto».Scrittrice di lingua inglese, ma “periferica” rispetto agli Stati Uniti, Alice Munro si è infatti dedicata in modo pressoché esclusivo alla cosiddetta
short story, il racconto in senso classico, magari spngendosi fino all’estensione della novella e rimanendo comunque lontana dalla vastità del romanzo. La raffinatezza e la capacità di introspezione che caratterizzano la sua opera (edita in Italia da Einaudi, anche se Mondadori ha da poco pubblicato un importante “Meridiano” con il meglio della sua produzione) ha suggerito in più di un’occasione il paragone con i capolavori di Anton Cechov.Accostamento legittimo, se si considera tra l’altro che Alice Munro condivide con il grande autore russo la predilezione per le ambientazioni di provincia, l’osservazione ravvicinata di una natura vasta e insondabile, l’orecchio assoluto per le minime intermittenze dell’anima. Tutti elementi, che, da sempre, trovano casa nel racconto, genere poco amato dagli editori, ma prediletto dagli scrittori e da quei lettori che alla letteratura chiedono anzitutto uno sguardo sulla vita e sulla morte, sui misteri dell’amore e della perdita. Erano, tra l’altro, i temi di Away From Her –
Lontano da lei, il film del 2006 che, ispirandosi a una short story di Alice Munro, affrontava con straordinaria delicatezza il dramma dell’Alzheimer. Il relativo racconto si trova nel volume
Nemico, amico, amante… Chi vuole iniziare a esplorare l’universo del Nobel 2013 può, nel caso, cominciare da qui.