Rai. Il Prix Italia chiude con la vittoria della radio e l'arrivo di Leonardo
La premiazione del settatesimo Prix Italia della Rai a Capri
Il Prix Italia lascia Capri da dove era partito nel 1948. L’edizione numero 70 del premio organizzato dalla Rai si chiude con un bilancio positivo per la tv pubblica che è tornata alla vittoria nella categoria Radio documentary e reportage con Il Sottosopra di Gianluca Stazi e Giuseppe Casu dedicato al lavoro nelle miniere della Sardegna. Particolarmente soddisfatto il direttore di Radio 3, Marino Sinibaldi, raggiante anche stamani nell’introdurre un dibattito su «La Rai al servizio del pubblico in rete» dal quale sono emersi, tra gli altri, alcuni dati interessanti su Raiplay, il servizio multimediale dell’azienda, che registra in fatto di fiction già un decimo del totale dei telespettatori, in gran parte giovani, mentre tocca ormaiil milione e mezzo il numero complessivo degli utenti giornalieri. Ma è parlando della propria rete che Sinibaldi ribadisce la volontà di focalizzarsi «intorno alla sfida dei nuovi linguaggi e dei nuovi formati dell’ascolto radiofonico». L’intento è «raggiungere un pubblico diverso, magari più ampio, ma soprattutto più vario, in primo luogo dal punto di vista generazionale, con prodotti già pensati per le diverse piattaforme».
Tutta la radio di casa Rai è stata al centro dell’ultima giornata del Prix Italia. Informazione, sport e musica saranno le tre direttrici sulle quali viaggeranno i palinsesti autunnali di Radio 1, Radio 1 Sport e Gr Parlamento. Musica live e grandi artisti
caratterizzeranno invece la programmazione di Radio 2, mentre la sicurezza sarà in primo piano su Isoradio. «In due stagioni – dice Roberto Sergio, direttore di Rai Radio - la radio firmata Rai ha rivoluzionato la sua pelle, cambiato nel segno del digitale. Ventiquattro mesi fa si presentava al pubblico con tre canali in fm, due canali di servizio, la filodiffusione e alcune web radio. Oggi Rai Radio conta su una offerta di 12 radio proposte al pubblico e una filiera interamente digitale. Radio Rai – conclude Sergio - ha puntato sulla qualità della tecnologia senza dimenticare la sua storia: investimenti e garanzia di qualità dei prodotti offerti sia sui canali tradizionali sia su quelli di ultima generazione che permettono agli ascoltatori di essere continuamente connessi ed avere un bouquet di offerte di enorme respiro toccando ogni possibile gusto informativo, di intrattenimento e musicale».
Sul fronte degli accordi ufficializzati a Capri, per quanto riguarda la tv, da segnalare l’alleanza che la Rai, la tedesca Zdf e France Television hanno stretto per competere sui mercati internazionali e, insieme, per valorizzare l’industria locale dell’audiovisivo.
Un’alleanza da cui usciranno, come ha annunciato Eleonora Andreatta, direttore di Rai fiction, Leonardo e La città eterna, due serie internazionali in fase di realizzazione. La prima, in otto parti, è dedicata al genio della pittura rinascimentale e uscirà nel 2019, per i cinquecento anni dalla morte: «Sarà una coproduzione con la Francia e probabilmente con la Germania – dice Andreatta - ma sicuramente coinvolgerà anche altri Paesi europei». La città eterna, invece, sarà ambientata nel 1963 a Roma, in piena «dolce vita», nell’anno della visita di John Fitzgerald Kennedy in Europa, poco prima del suo assassinio a Dallas, e dell'avvio del Concilio Vaticano II.
In quanto alle anteprime, stasera viene proposta la prima puntata di Eroi di strada, una produzione di Rai 2 che andrà in onda dal 17 ottobre alle 23,30. Il programma, nato da un’idea di Daniele Cerioni, Ilenia Petracalvina e Giovanna Serpico, è condotto dalla Petracalvina con la regia di Luca Lepone, Paolo Porcaro e Andrea Menghini. Quattro le puntate previste ognuna delle quali dedicata a una periferia. Partenza con Napoli per raccontare di chi con caparbietà e forza è riuscito a emergere: musicisti come Enzo Avitabile, nato e cresciuto a Marianella, Antonio Prestieri, in arte Maldestro, nato a Scampia, o attrici come Antonia Truppo, originaria di Secondigliano. Mentre ieri c’è stato anche il tempo per presentare Una storia senza nome, il film di Roberto Andò, prodotto da Bibi Film con Rai Cinema, presentato a Venezia e già uscito nelle sale in attesa del passaggio televisivo. Con Michela Ramazzotti, Alessandro Gassman e Laura Morante il film racconta la storia di una giovane segretaria di un produttore cinematografico che scrive in incognito per uno sceneggiatore di successo. Dietro a questo c’è il giallo di un misterioso furto, avvenuto a Palermo nel 1969, di una Natività del Caravaggio. Ne nasce un intreccio che coinvolge lo spettatore in un racconto che mischia i toni della commedia, del noir e del cinema di denuncia. Un film nel film, leggero e profondo, con qualche perdonabile banalità.
Infine, per tutta la settimana del Prix Italia, la stupenda Certosa di San Giacomo ha ospitato la mostra «Da Capri a Capri: 70 anni di storytelling internazionale», curata da Fabiana Giacomotti per raccontare la trasformazione dell’isola da rifugio per pochi a mito popolare, attraverso immagini, suoni e una serie di capi e oggetti dell’alta moda di cui Capri è stata ispiratrice e la Rai testimone.