Un gancio destro che fa male. Soprattutto a chi l’ha dato. Al termine di una settimana vissuta sul filo dei nervi con file e dossier sugli arbitri che spuntano da una parte e dall’altra (la Roma non ha ancora digerito il gol “irregolare” che l’ha esclusa dalla coppa Italia, la Fiorentina srotola 11 casi contro i viola come dazio dopo il gol di mano di Gilardino), il giudice sportivo ieri ci ha messo su un carico da 40. Tre turni di squalifica per Adriano, beccato dalle telecamere (e quindi dalla prova tv) mentre facendosi largo in area mollava un pugno allo stomaco al difensore doriano Gastaldello. Il giudice sportivo Gianpaolo Tosel, che aveva “assolto” Ibrahimovic per la spallata a Thiago Motta nella sfida con il Genoa del 26 ottobre, non è stato altrettanto tenero con Adriano. In quell’occasione, pur stigmatizzando «il comportamento irregolare e gratuito» dello svedese, Tosel spiegò che il suo gesto non rientrava «senza ogni ragionevole dub- bio» nella condotta violenta sanzionata dalla giustizia sportiva. Ci rientra in pieno invece il destro rifilato da Adriano, pochi minuti prima di segnare il gol partita contro la Samp, che ha scatenato l’ira del tecnico Mazzarri. «L’intenzionalità del pugno inferto è ovvia e inoppugnabile - scrive Tosel - e, in egual misura, è evidente la potenzialità lesiva, per la dinamica del movimento e la zona del corpo attinta». Non è la prima volta che Adriano viene squalificato per mezzo della prova tv: lo schiaffo che diede a Grandoni nel 2006 scatenò il caos, il giudice sportivo Laudi lo squalificò per 2 giornate grazie alle immagini che però non mostravano con chiarezza il gesto del brasiliano. L’Inter fece ricorso e la Disciplinare lo accolse assolvendo il giocatore ma la Caf poi ripristinò la squalifica. E una simulazione nella gara con la Roma nell’aprile del 2007 gli costò altri due turni con la prova televisiva. Adriano domani in tribuna a Catania (sempre che ci vada) sarà però in buona compagnia, perché nel giorno del suo 46° compleanno ieri Mourinho si è visto recapitare, lui pure, un turno di squalifica per l’espulsione rimediata dal giovane arbitro Celi, a cui lo Special One ha intimato se avesse “paura” dopo le infinite polemiche dei giorni scorsi. «Un conto è essere sotto pressione, un altro avere paura»». Così il tecnico del Milan, Carlo Ancelotti, commenta il primo rosso in Italia a Mourinho. «Da parte sua c’è stata una mancanza di rispetto nei confronti dell’arbitro, è giusta la decisione di mandarlo fuori. Se gli arbitri sono sotto pressione dovremmo essere noi ad aiutarli, togliendogliene una parte. Sicuramente la pressione arriva anche da certi nostri comportamenti in panchina». L’ex arbitro Paolo Casarin critica aspramente la più recente interpretazione della regola del fuorigioco (definendola «diabolica») che vuole l’attaccante in posizione regolare anche se in linea con il difensore. «È un problema - concorda Ancelotti - ma penso che i guardalinee italiani siano di ottimo livello, fatti salvi i limiti dell’occhio umano quando si ragiona sui centimetri». Quello che il tecnico rossonero non vorrebbe veder riemergere è il termine “sudditanza”: «Obiettivamente non ne vedo verso le grandi. Vedo piuttosto degli errori, suddivisi in parti eguali. Domenica, a Bologna, ci sono stati rigori per entrambe le parti che potevano essere dati o no».