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Fumetti. Addio a Albert Uderzo, indimenticabile papà di Asterix e Obelix

Paolo Guiducci martedì 24 marzo 2020

Albert Uderzo con il suo popolare personaggio

Asterix arriccia i baffoni, Obelix cessa di spolpare il quotidiano cinghiale, Idefix non scondinzola. E la chiassosa, irascibile vitalità del piccolo villaggio della Gallia, per un giorno lascia spazio ad un mesto saluto commosso per papà Albert Uderzo. Il disegnatore francese di origini italiane, creatore insieme all’amico sceneggiatore René Goscinny di una delle più famose saghe del mondo, è morto in Francia, a Neuilly, all’età di quasi 93 anni, stroncato nel sonno da una crisi cardiaca. Padre italiano e madre francese, terzo di sei fratelli, prima di “incontrare” il successo planetario con Asterix, Uderzo aveva alle spalle una lunga gavetta. Il sodalizio con lo sceneggiatore Goscinny era già avviato con risultati gustosi come Oumpah-Pah. Il cambio di passo era dietro l’angolo, nel 1959. L’editore della rivista "Pilote" voleva qualcosa di diverso dai fumetti americani che invadevano allora la Francia, e affidò il compito alla coppia. La scintilla scoccò in una calda sera estiva su un balcone dell’hinterland parigino. “Appena due mesi prima dell’uscita del primo numero, - ha raccontato il disegnatore – per cui abbiamo avuto poco tempo per dare fisionomia al personaggio. Asterix è cresciuto nel tempo”. E il successo è stato travolgente.

Intramontabili questi galli, si potrebbe ben dire, parafrasando il famoso acronimo Spqr, magicamente tradotto da Marcello Marchesi nel tormentone italiano “Sono pazzi questi Romani”. Il piccolo irriducibile guerriero gallo Asterix e l’ingenuo, corpulento compare Obelix da oltre mezzo secolo proseguono la loro divertente resistenza di carta ai Romani. Con loro, il villaggio dell’Armorica, antica zona della Gallia settentrionale, corrispondente all’attuale Britannia. In realtà, non sono neppure in guerra contro le legioni romane, semplicemente rifiutano la loro presenza, e non sottostanno alle leggi di Giulio Cesare. Il segreto della loro resistenza è la magica pozione inventata dal druido Panoramix, che dona invincibilità a chi la beve.
Il segreto del successo di Asterix, invece, è l’umorismo travolgente regalato a quattro mani da Goscinny e Uderzo. Gli autori portano simpaticamente a galla tutti i difetti e le contraddizioni della società moderna: ridicolizzando l’economia di mercato, mettendo alla berlina il traffico e l’appiattimento supertecnologico, i tic e le manie del mondo contemporaneo. La coppia ha la capacità di cogliere e bonariamente deridere caratteristiche e difetti di tutti i popoli. Per questo portano il piccolo baffuto e l’inseparabile panciuto amico ai quattro angoli del mondo: in tutta Europa, in India e perfino in America, con una gustosa puntata in Italia. Quando nel 2003 fu invitato ad una manifestazione nella nostra capitale, Uderzo fu titubante: .

Il fumetto Asterix - Reuters

Dopo la morte dello sceneggiatore (1977), Uderzo ha proseguito la serie da solo, scrivendo anche le sceneggiature. Un’impresa da far tremare i polsi: Goscinny era ritenuto da molti il più grande autore di fumetti umoristici del mondo. Tuttavia, con umile professionismo Uderzo è uscito dall’impasse, ed ha prodotto albi godibili. L’accentuazione dell’aspetto fantastico della saga ha fatto storcere il naso a più d’un purista, specie per l’incontro con manga ed anime di Quando il cielo gli cadde sulla testa (2005), ma Uderzo ha avuto comunque il merito di proseguire la saga regalando qua e là perle assolute, e di aver trasformato quei piccoli bretoni in cavalli di razza.

Sono cambiate mode, gusti e stili ma Asterix è rimasto il gallo. Un Cristiano Ronaldo del fumetto, lo 007 della BeDe, l’Ed Sheeran delle sette note. Impermeabile alle mode e alla crisi della carta stampata, Asterix ha continuato ad imperversare nel mondo anche dopo l’abbandono dei suoi creatori. Nel 2011 Uderzo è andato in pensione scegliendo i successori ai quali lasciare il testimone: Jean-Yves Ferri (sceneggiatura) e Didier Conrad (disegni), che debuttano con Asterix e i Pitti, il trentacinquesimo albo a fumetti della serie apparso nel 2013. Nonostante qualche incertezza, la coppia mantiene alto il livello qualitativo. : l’auspicio di Uderzo è diventato realtà. E ancora oggi, a oltre mezzo secolo di distanza, possiamo leggerlo da soli o con i nostri figli. Tintin fosse per un pubblico dai 7 ai 77 anni, - scherzava Uderzo – Allora Asterix è per un pubblico dagli 8 agli 88 anni, così guadagniamo una fascia di lettori!>.