Archeologia. Le piramidi furono costruite a Giza perché una volta lì c'era il Nilo?
Giza: un antico ramo estinto del Nilo servì a portare materiale edile e viveri nei cantieri allestiti per costruire le piramidi
Le piramidi sarebbero state costruite a Giza perché lì vicino si trovava un ramo oggi estinto del Nilo. Il corso d'acqua, a suo tempo, sarebbe stato fondamentale per il trasporto del materiale da costruzione e per i rifornimenti agli operai che lavoravano nei cantieri. Su questa ipotesi di studio archeologico, su cui ci sarebbero diverse conferme, si è aperto un dibattito sulla paternità della scoperta e anche sul perché gli edifici siano stati costruiti proprio lì.
Una nuova ricerca, infatti, ipotizza che le antiche piramidi egiziane siano state costruite lungo un ramo del fiume Nilo da tempo scomparso. Un team studiosi statunitensi dell'Università della Carolina del Nord di Wilmington sostiene che la scoperta di questo corso d'acqua estinto risolverebbe il mistero di come i materiali siano stati trasportati per costruire il complesso di Giza e le altre piramidi che popolano l'altopiano del deserto occidentale egiziano, oltre a spiegare l'alta concentrazione di manufatti nell'area. Il cosiddetto Ramo di Ahramat (che prende il nome dalla parola araba per piramide) era lungo circa 63 chilometri e largo più di 609 metri, ma è stato gradualmente preso dal deserto e dai terreni agricoli. Attualmente, i siti delle piramidi si trovano a diversi chilometri di distanza dalla riva del fiume, nonostante la presenza di strade rialzate che di solito terminano sulla riva del fiume.
Una vista dall'alto delle piramidi di Giza - Dario Morandotti/Unsplash
Il team di ricercatori internazionali accreditati all'Università della Carolina del Nord e guidato da Eman Ghoneim ha utilizzato immagini radar satellitari, dati geofisici e carotaggi profondi per indagare la struttura del sottosuolo e i depositi sedimentari nella Valle del Nilo settentrionale, tra Lisht e l'altopiano di Giza. A differenza del paesaggio arido e inospitale che conosciamo oggi, fino a 6.000 anni fa la valle era una rete di paludi e pianure alluvionali d'acqua dolce, con gli abitanti che si spostavano sugli argini naturali del fiume e sulle jeziras (isole) all'inizio del periodo dell'Antico Regno (circa 2686 a.C.). Secondo lo studio, "la maggior parte delle città e dei monumenti principali si trovavano in prossimità delle rive del Nilo e dei suoi rami periferici. Nel corso del tempo, tuttavia, il corso principale del Nilo si è spostato lateralmente e i suoi rami periferici si sono insabbiati, lasciando dietro di sé molti siti dell'antico Egitto lontani dall'attuale corso del fiume". Il Ramo di Ahramat si è spostato costantemente verso est, con canali abbandonati visibili nelle mappe storiche della zona del 1911. Il lago Dahshur è probabilmente l'ultima traccia esistente dell'affluente.
Il noto archeologo egiziano Zahi Hawass e il suo collega americano Mark Lehner hanno contestato però l'eccezionalità dello studio sulle piramidi, pubblicato dall'équipe internazionale guidata da Eman Ghoneim, sulla rivista “Communications Earth & Environment” e ripreso da molti media internazionali, secondo il quale la costruzione delle piramidi fu resa possibile dall'esistenza, all'epoca, di un ramo del fiume Nilo, successivamente estinto. "La maggior parte di questo articolo ripete conclusioni già espresse in precedenza - affermano Hawass e Lehner - e non è vero come affermano gli autori, che finora non sia stata data alcuna spiegazione convincente sul motivo per cui queste piramidi sono concentrate in questa specifica località. Le piramidi dell'Antico e del Medio Regno appartengono ai cimiteri a ovest di Menfi, la tradizionale capitale dell'Egitto, e che l'ovest era la direzione dei morti". Non solo, Hawass e Lehner aggiungono che il ramo del Nilo di cui si parla nello studio fu identificato 53 anni fa dall'egittologo francese George Goyon. Secondo i due egittologi, infine, "La scoperta principale di Ghoneim era già stata pubblicata sul National Geographic ventinove anni fa".
La Piramide di Giza e la Sfinge - Tom Podmore/Unsplash
Sempre nel sito di Giza, nei giorni scorsi, un team di ricercatori egiziani e giapponesi che lavora a Giza, ha identificato sotto la sabbia quella che potrebbe essere una struttura a forma di "L" precedentemente sconosciuta: potrebbe essere servita come ingresso di una tomba. La scoperta è stata effettuata utilizzando la tecnologia di penetrazione del terreno con il georadar in un antico cimitero accanto alla Grande Piramide di Cheope. Il ritrovamento è stato pubblicato sulla rivista "Archaeological Prospection". I ricercatori non sono ancora sicuri del suo scopo. Potrebbe essere stata l'ingresso di una tomba o un cantiere successivamente riempito di sabbia. Tuttavia, sembra essere collegata a un'altra struttura di 33 metri per 33 fino a un metro e mezzo sotto il suolo. Senza ulteriori scavi, la sua funzione rimane in definitiva poco chiara.