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La mostra. La fede giovane e la fede matura: a Firenze le tre Pietà di Michelangelo

Andrea Fagioli martedì 22 febbraio 2022

Particolare della Pietà Rondanini di Michelangelo

Una sola è originale, le altre due sono calchi in gesso che però le riproducono fedelmente. È pertanto possibile un confronto che ha comunque dell’eccezionale e la Sala della Tribuna nel bellissimo Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore a Firenze è il luogo ideale per esporre insieme le tre Pietà di Michelangelo: la “padrona di casa”, la cosiddetta Pietà Bandini dal nome di colui che la acquistò nel 1561; la Pietà vaticana, conservata in San Pietro a Roma, la prima a essere stata scolpita in vista del Giubileo del 1500; la Pietà Rondanini, così ribattezzata anche in questo caso per il nome dei marchesi che la comprarono nel 1744 e che dal 1952 è accolta nel Castello Sforzesco di Milano.
Da domani “Le tre Pietà di Michelangelo” sono esposte nella mostra omonima che rappresenta uno degli eventi culturali in occasione dell’incontro Mediterraneo frontiera di pace, che riunisce a Firenze, nel nome di Giorgio La Pira, vescovi e sindaci di tre continenti in attesa domenica della visita del Papa.
L’esposizione, a cura dei direttori dei musei Barbara Jatta, Sergio Risaliti, Claudio Salsi e Timothy Verdon, è un progetto che vede eccezionalmente coinvolti i Musei Vaticani , il Museo Novecento di Firenze, il Castello Sforzesco di Milano, il Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore.

La mostra "Le Tre Pietà di Michelangelo. Non vi si pensa quanto sangue costa" - Ela Bialkowska, OKNO studio


Collocate una vicina all’altra, le tre opere offrono l’opportunità di studiare l’evoluzione dell’arte di Michelangelo nonché la sua maturazione spirituale nell’arco di una cinquantina di anni: dalla prima giovinezza, quando a Roma scolpì la Pietà sicuramente più conosciuta delle tre, alla sua ultima stagione, quando ormai vecchio mise mano senza completarle alla Pietà Bandini e alla Pietà Rondanini. Eppure, per certi versi, sono proprio queste ultime ad affascinare di più, a imporsi tra i capolavori più intensi e tormentati di Michelangelo.
La Pietà vaticana (1498-1499) è perfetta, anche nella lavorazione, la bellezza di quel Cristo nudo sorretto amorevolmente dalla Vergine è impressionante e vi si legge già il Risorto, colui che vince la morte. Gesù appena deposto dalla croce pare dormire in seno alla giovane madre in una visione di grazia e umiltà. Ma è senza dubbio il gruppo scultoreo ospitato a Firenze, tra l’altro restaurato di recente, a trasmettere il travaglio dell’artista attraverso un marmo lavorato a partire dal 1547 in maniera difforme, anche nelle proporzioni, senza elementi del tutto terminati, con alcune parti amputate, prese a martellate dallo stesso artista che si raffigura nel volto del vecchio Nicodemo che, insieme a Maria e alla Maddalena, sorregge il Cristo privo di vita che si accascia verso il basso nonostante un torso muscoloso, con il collo e la testa che si inclinano incontrando il volto della Madre. Mentre la Pietà Rondanini, ancora più indefinita, dove ritornano le sole figure della Madonna e del Figlio morto, in posizione quasi eretta, è più una preghiera che un’opera d’arte: è la dimostrazione artistica del fatto che l’uomo di fede ha visto oltre le apparenze del reale e che la mano non riesce a restituire ciò che lo sguardo interiore ha potuto contemplare.
All’epoca, avvicinandosi la morte (che sarebbe poi avvenuta nel 1564), Michelangelo (che era nato a Caprese, in provincia di Arezzo, nel 1475) meditava profondamente sulla Passione di Cristo, come egli stesso fece capire in un coevo disegno della Pietà, donato alla marchesa Vittoria Colonna alla quale era legato spiritualmente, dove scrisse la frase dantesca, tratta dal Paradiso della Divina Commedia, “Non vi si pensa quanto sangue costa”, posta ora come sottotitolo alla mostra fiorentina, che nel prossimo autunno, con i tre calchi in gesso delle Pietà (questa volta compresa la Bandini), sarà ripresa a Milano, nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, con un nuovo allestimento appositamente progettato.