Cronaca di uno scudetto annunciato. Infatti, non è mai stato in discussione lo scudetto bis della Juventus di Antonio Conte che anche senza imbattibilità (la passata stagione 38 gare senza sconfitte) chiude la pratica tricolore, il 29° - agli annali - nella storia del club bianconero, con 83 punti e può sfondare oltre i febbrili 90. Il matchball lo ha messo a segno ancora Vidal contro il povero Palermo di Sannino costretto alla resa di misura per colpa di un rigore che sa di “regalo” superfuo alla già debordante Vecchia Signora del calcio italiano. Svista d’autore quella del signor Romeo che incorona prima del triplice fischio e con tre giornate d'anticipo una corazzata bianconera che adesso a bocce ferme dovrà decidere quanto e come investire per consegnare a Conte qualcosa di più di una bella spider come quella guidata finora. La Juve di domani, avverte il tecnico salentino, dovrà possedere il motore di un bolide se vorrà stare dietro alle sfreccianti berline tedesche (Bayern Monaco e Borussia Dortmund) e superare agevolmente le sportive spagnole (Real Madrid e Barcellona) a fine ciclo. Conte ha dimostrato di essere il più forte di tutti e di tutto, in Italia, e adesso passerà alla cassa per riscuotere dal presidente Andrea Agnelli. Chiederà un contratto più vantaggioso con una clausola imprescindibile: una rosa per vincere anche in Europa. Senza queste due condizioni, si paventa anche il colpo di scena: la fuga del cervello della panchina bianconera all’estero e magari proprio da una delle due spagnole in fase decadente. Caduta libera dell’Inter al San Paolo. I nerazzurri si arrendono a un Napoli che con il 2° posto ha vinto “il campionato degli altri”. Ma mentre Stramaccioni è sicuro (chissà perché?) di proseguire il progetto di rifondazione interista, Mazzarri deve decidere se restare o meno al Napoli. Se il tecnico rimarrà, dovrà rinunciare quasi certamente al divino Cavani - sempre più re dei bomber con 26 gol, 101 reti in maglia azzurra - , che dietro l’offerta che superi i 60 milioni di euro, a tanto ammonta l’oro di Napoli, verrà serenamente ceduto dal presidente De Laurentiis. Del domani non v’è certezza se vinci, figurarsi se devi inseguire il terzo posto come Max Allegri. Il suo Milan teso e preoccupato dal raggiungimento dell’obiettivo, si scioglie solo grazie al gol (il numero 9 in 10 gare) del solito Mario Balotelli. Se non fosse arrivato SuperMario a gennaio anche il terzo posto ora sarebbe un miraggio e non per demeriti di Allegri, ma per l’austerity e la svendita in blocco dei gioielli operata dalla società milanista in estate. Invece nella corsa alla terza piazza che vale il preliminare di Champions, il Milan ora è a più 4 dalla sempre più scapigliata Fiorentina di Montella. Viola belli a vedersi e abili nella manovra quanto sfortunati (due pali e un fallo di mano di De Rossi, rigore netto non visto dall’arbitro Mazzoleni) contro una Roma cinica e spietata che nell’unico vero affondo realizza un gol (con Osvaldo, 4° centro in due gare) da tre punti che la proiettano in Europa League. Sta per salire ancora sull’Eurostar anche l’Udinese che non si ferma più, piega la Samp e con la doppietta personale Di Natale sale a quota 20 gol nella classifica cannonieri. Con la storica “cinquina” dell’Olimpico (l’ultima risaliva a 27 anni fa, i 5 gol li aveva segnati il romanista Pruzzo) il kaiser Miro Klose batte praticamente da solo il Bologna (6-0) e si porta a 15 gol. Se Petkovic non lo avesse perso per così tanto tempo (per infortunio), forse ora la sua Lazio volerebbe molto più in alto. Chi torna a volare verso la salvezza è il Grifone genoano. Vittoria facile, ma non scontata, quella dei rossoblù con il Pescara già in B, al quale farà compagnia il Siena che crolla a Catania. Samp e Torino non possono sentirsi ancora al riparo, ma gli ultimi 270 minuti da qui alla fine, preannunciano un duello serrato e a distanza tra Genoa e Palermo per evitare una retrocessione che, in entrambi i casi, non era certo annunciata quanto lo scudetto della Juve. Così come nessuno al Giro d’Italia, al secondo giorno si aspettava di vedere in maglia rosa un italiano e per di più il 23enne siciliano Salvatore Puccio che con il team Sky ha vinto la cronosquadre di Ischia. Generosità di capitan Wiggins che voleva fare un regalo al migliore in classifica generale della Sky, che però non era – come credeva – Cataldo, ma il buon Puccio che può così godersi 24 ore di gloria. Tanta gloria, ma anche qualche brivido di troppo al Motomondiale. A Jerez Valentino Rossi non riesce a salire sul podio (4°) e il protagonista del GP, vinto da Pedrosa, è ancora il baby prodigio della Honda, Marc Marquez. All’ultimo giro il temerario Marquez fa a sportellate con la Yamaha del campione in carica Jorge Lorenzo, gli strappa il 2° posto e tra veleni e polemiche di rito va a svettare al comando della classifica generale.