L’"energia del pubblico" questa volta non è un modo di dire. A Bari giovedì prossimo va in scena
Goodbike, il primo concerto rock a pedali in Italia. Centoventotto biciclette forniranno infatti l’energia elettrica necessaria ad alimentare l’impianto e le luci dei Tetes de Bois, band romana molto nota nella scena indipendente. E non solo per le due ore dello show, ma anche per soundcheck e prove. In pratica, un mezzo passo dolomitico. La musica a impatto zero è uno slogan sempre più diffuso. Una volta tanto però non rischia di suonare come una trovata di marketing. Anche perché qui si consuma davvero al massimo sudore e un po’ di pancetta. Tutta salute, insomma.All’iniziativa può partecipare chiunque con il proprio velocipede. Il sistema permette di generare 10kw di energia per ogni postazione grazie alla combinazione di uno speciale cavalletto e di una dinamo. A tutti sarà data la possibilità di contribuire con turni in postazione. E per riscaldare i polpacci, ritrovo in piazza Diaz alle 17 per una sgambata in giro per la città. Arrivo al porto alle 18, tutti in postazione per le prove. E alle 21 il concerto vero e proprio.Divertente, certo. Ma non è un giocattolino. Il palco, progettato dall’ingegnere Gino Sebastianelli, è costato quasi 100mila euro. Interamente coperti dalla Regione Puglia. «La prima idea è di tre anni fa – racconta Andrea Satta, voce dei Tetes de Bois e mente dell’operazione – Ma realizzarla è stato tutt’altro che facile. Il principio di per se è semplice, ma tradurlo in realtà molto meno. Specie se deve servire a illuminare una platea da mille persone. Con una fila riservata in cui le poltrone rosse sono i sellini delle bici». Già, la bicicletta. Per Setta una sorta di "mezzo poetico": «È la velocità ideale. Ti permette di vedere e di capire. Di fermarti o di cercare scorciatoie. Ed è metafora. Uno dei momenti più belli per un padre è quando il figlio toglie le rotelline alla sua bici. È il segnale che sta per fare il grande salto».L’intenzione dei Tetes de Bois è di portare il progetto in tour. Una prima tappa è confermata a Roma per venerdì 16 «in un quartiere popolare come quello di San Lorenzo. Ma abbiamo già ricevuto proposte in Italia e da Francia, Germania e Olanda. E dall’Australia». L’avventura diventerà un <+corsivo>Film a pedali<+tondo>, girato da Agostino Ferrente, che ha già raccontato l’esperienza dell’Orchestra di Piazza Vittorio. Una storia a un lieto fine? «Speriamo, perché qualche brivido per il debutto c’è: una vera e propria prova generale non è mai stata fatta», spiega Satta. Ma quello che importa è il messaggio: «Il nostro è un segno, una piccola utopia che rende più credibili le sfide quotidiane. È ovvio, non sarà mai possibile illuminare Sanremo a suon di pedali. L’obiettivo è piuttosto ripensare le nostre priorità e abitudini. Scendendo per la Puglia vedevo i campi di grano lastricati di silicio. Sia inteso, siamo stati i primi a usare un palco a pannelli fotovoltaici. Forse, però, una riflessione su chi vogliamo essere e quanto consumare è ora di farcela».