La speranza è l’ultima a morire, ma il Milan visto ieri contro il Genoa sembra avere qualcosa in meno rispetto alla Juve. E questo al di là dei 3 punti di ritardo in classifica che a 4 giornate dalla fine del campionato diventano macigni. Comunque il sempre più criticato Max Allegri aveva detto alla vigilia che il suo Milan «è pronto per le cinque finali». E la prima, quella con il Genoa i rossoneri, nel bene e nel male, l’hanno portata a casa. Mentre l’ex Milan, il “rinnegato” Borriello segnava al Cesena e consentiva alla Juventus di portarsi a più 5 dai rossoneri - e di fatto chiudere quasi i giochi -, a San Siro il popolo rossonero viveva sette lunghi minuti di agonia. Lo scudetto si stava di fatto staccando da solo dalle maglie di Ibra e compagni quando al minuto 86 è arrivato il salvifico gol di Kevin Prince Boateng. Un Milan che stava annaspando con attacchi sterili e a un passo dal cadere nel fondale, si aggrappa dunque alla sua “Boa” (nomignolo di Boateng) e continua a covare qualche speranza di aggancio. Si vive di speranze anche al Genoa, al quale il quarto cambio di panchina (Marino, due volte Malesani) con Gigi De Canio tornato in pista, non ha sortito particolari effetti. E per fortuna che pure il Lecce di Cosmi è incappato nella sconfitta con il Napoli, perché altrimenti il bilancio per la squadra del presidente Preziosi poteva essere ancora più pesante. Perdere con il Milan ci sta, ma il baratro della B è a un solo punto per gli uomini di De Canio che a San Siro rispolvera una squadra attenta: schiera un 4-5-1, con Sculli terzino destro e Palacio unica punta. Dall’altra parte, Allegri mette Emanuelson trequartista dietro a El Shaarawy e Ibrahimovic. L’avvio è genoano, la squadra rossoblu manovra nella trequarti del Milan con Birsa e Jankovic in evidenza e dopo 8’ reclama un rigore per un mani di Nesta su tiro di Kucka, ma l’arbitro lascia correre. La risposta del Milan è affidato ad un tiro cross di Abate dopo 13’ che mette in apprensione Frey ed al 23’ quando Sculli anticipa di un soffio Ibrahimovic su un cross di Nocerino in area. Poi, al 13’, il piccolo Faraone lavora bene sulla destra, salta Moretti e mette al centro ma la difesa del Genoa ben attenta si salva. Nella ripresa il Milan attacca spesso a testa bassa e sfruttando i lampi di genio di Cassano che subentra a uno spento El Shaarawi. Ma la svolta alla resistenza del Genoa è al minuto 72 quando Jankovic si fa espellere per doppia ammonizione. Ne segue un forcing del Milan che alla fine viene finalizzato: cross di Emanuelson, il pallone filtra e arriva sul piede di Boateng che di destro batte Frey. E tiene accesa la speranza.