Ma dopo avere letto il pezzo di Avvenire ci è arrivata questa nota di Facebook."Questo rapporto contiene inesattezze fattuali. Gli autori non ci hanno mai contattato, né hanno cercato chiarimenti sui presupposti su cui si basa il loro rapporto. Nemmeno sono stati accolti i nostri commenti sulla relazione prima che questa venisse resa pubblica. Abbiamo spiegato nel dettaglio le inesattezze contenute nel primo draft del rapporto (dopo la sua pubblicazione) direttamente al Garante della Privacy Belga, che ha commissionato lo studio, e ci siamo proposti per un incontro volto a spiegare le inessattezze contenute nello studio, ma l’invito è stato declinato. Tuttavia, restiamo disponibili ad una collaborazione con loro e speriamo che possano aggiornare il lavoro in corso d’opera.".Intanto, resta la domanda. Ma noi utenti come facciamo a difenderci?Per Günes Acar da Cosic, cofirmatario del rapporto belga, il primo modo che un utente ha per difendersi è di installare sul proprio browser (internet Explorer, Firefox, Safari o Google Chrome che sia) un Privacy Badger, cioè un programmino che blocca gran parte del tracciamento da parte dei siti che visitiamo. Basta cercarli su un qualsiasi motori di ricerca. Sono gratis.Ma non dimenticate: bloccano gran parte del tracciamento, non tutto.La partita, quindi, è ancora aperta.
Ma dopo avere letto il pezzo di Avvenire ci è arrivata questa nota di Facebook."Questo rapporto contiene inesattezze fattuali. Gli autori non ci hanno mai contattato, né hanno cercato chiarimenti sui presupposti su cui si basa il loro rapporto. Nemmeno sono stati accolti i nostri commenti sulla relazione prima che questa venisse resa pubblica. Abbiamo spiegato nel dettaglio le inesattezze contenute nel primo draft del rapporto (dopo la sua pubblicazione) direttamente al Garante della Privacy Belga, che ha commissionato lo studio, e ci siamo proposti per un incontro volto a spiegare le inessattezze contenute nello studio, ma l’invito è stato declinato. Tuttavia, restiamo disponibili ad una collaborazione con loro e speriamo che possano aggiornare il lavoro in corso d’opera.".Intanto, resta la domanda. Ma noi utenti come facciamo a difenderci?Per Günes Acar da Cosic, cofirmatario del rapporto belga, il primo modo che un utente ha per difendersi è di installare sul proprio browser (internet Explorer, Firefox, Safari o Google Chrome che sia) un Privacy Badger, cioè un programmino che blocca gran parte del tracciamento da parte dei siti che visitiamo. Basta cercarli su un qualsiasi motori di ricerca. Sono gratis.Ma non dimenticate: bloccano gran parte del tracciamento, non tutto.La partita, quindi, è ancora aperta.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: