martedì 26 febbraio 2013
​La scure degli elettori si abbatte sui gruppi della sedicesima legislatura. Restano fuori i candidati premier Antonio Ingroia e Oscar Giannino. Mentre non ce la fanno a superare la soglia di sbarramento volti noti come Gianfranco Fini, Italo Bocchino, i Radicali di Marco Pannella. (Ilaria Sesana)
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​La scure degli elettori si abbatte sui gruppi della sedicesima legislatura. Nel nuovo Parlamento infatti entrano gli eletti di solo quattro coalizioni: centrosinistra, centrodestra, Movimento 5 Stelle e il centro delle liste promosse da Monti. Restano fuori per aver fallito la soglia alla Camera e al Senato un gran numero di liste e di personaggi politici.È il caso di Rivoluzione Civile che, con Antonio Ingroia, ha raccolto circa l'1,8% al Senato (intorno a 550mila voti) e alla Camera il 2,2% (poco più di 750mila voti), più o meno la metà di quanto era riuscito a fare nel 2008 Antonio Di Pietro con l'Idv alleato del Pd. Anche l'ex pm di Milano, candidato di Rc, è quindi tra le vittime eccellenti del voto.Niente da fare anche per Gianfranco Fini, capolista alla Camera in tutte le circoscrizioni di Fli, che raccoglie meno di 158mila voti e lo 0,46%. Meglio sono andate le cose ad Oscar Giannino che, nonostante la conclusione imprevista della campagna elettorale, ha raccolto l'1,12% alla Camera (378mila voti) e lo 0,91% al Senato (277mila). Numeri che tuttavia tengono anche i candidati di Fare fuori dal Parlamento.Stessa sorte toccata anche ai Radicali riuniti da Marco Pannella nella lista Amnistia, Giustizia e Libertà, che ha raccolto poco più di 60mila voti sia alla Camera che al Senato, non andando oltre lo 0,2%. Hanno fatto solo atto di presenza con lo stesso risultato (0,26% e 89mila voti alla Camera) anche il Partito Comunista dei Lavoratori di Marco Ferrando e Forza Nuova di Roberto Fiore. Mentre ancora peggio è andata alla Fiamma Tricolore di Luca Romagnoli (0,13%) e a Magdi Allam che con la lista Io Amo l'Italia ha raccolto lo 0,12% e circa 42mila voti.Rimangono fuori dal Parlamento volti noti alle cronache regionali e nazionali come Gianfranco Miccichè, leader di Grande Sud, Raffaele Lombardo, fondatore del Movimento per l'autonomia ed ex governatore della Sicilia, la campionessa di scherma, Valentina Vezzali, candidata in Campania con Monti,  Bruno Tabacci (Centro Democratico). Italo Bocchino (Fli). Non passa al Senato nemmeno Giulia Bongiorno, battagliera presidente della commissione giustizia della Camera, l'ex presidente del Senato, Sergio Marini e Paola Concia.Volti nuovi in ParlamentoIntanto alla Regione Lombardia al Pirellone si fanno già i conti su chi “traslocherà” di sicuro in Parlamento. Il governatore uscente, Roberto Formigoni, andrà al Senato per il Pdl, dopo 18 anni di presidenza. Non andrà invece alla Camera il suo vice, il leghista Andrea Gibelli, primo dei non eletti nella circoscrizione Lombardia 3. Pochi altri consiglieri o membri della Giunta uscente lombarda andranno a Roma. Il Pd Franco Mirabelli avrà un seggio al Senato, mentre alla Camera andranno Giuseppe Civati e Marco Carra, sempre del Pd. Debutto al Senato per i giornalisti Rosaria Capacchione, Sergio Zavoli (eletti con il Pd in Campania) e Augusto Minzolini, ex  direttore del Tg1, eletto in Liguria con il Pdl. Fra le new entry per il Pd quella del Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso e lo scrittore Miguel Gotor. Tra i volti nuovi in Parlamento anche molti candidati che vengono dal mondo del sociale. È il caso dell'ex portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, Laura Boldrini, eletta con Sinistra ecologia e libertà al Senato. In Basilicata un seggio è andato a Emma Fattorini, storica dei movimenti religiosi alla Sapienza e legata alla Comunità di Sant' Egidio. La Fattorini era capolista al Senato per il Pd.Sempre dall'esperienza di Sant'Egidio viene Mario Marazziti, già portavoce della comunità, ed eletto come capolista alla Camera nella lista “Scelta civica con Monti”.Entrano in Parlamento anche Mario Sberna, ex presidente dell'associazione Famiglie numerose, ed Ernesto Preziosi, direttore dell'Istituto Toniolo di Milano.I confermatiMalgrado il “botto” del Movimento 5 Stelle e la conseguente esclusione di molti vecchi volti della politica, parecchi esponenti della precedente legislatura torneranno a sedere sui banchi del Parlamento. Torneranno al Senato Alessandra Mussolini (Pdl, eletta in Campania), Niccolò Ghedini e Benedetto della Vedova (unico rappresentante di Fli al Senato). Ancora in bilico il seggio di Domenico Scilipoti: riuscirà a entrare a Palazzo Madama a patto che Silvio Berlusconi capolista anche in altre regioni rinunci al seggio. Per il Pd restano i nomi noti di Anna Finocchiaro, Luigi Zanda e Felice Casson, fra gli altri. In Senato è eletto anche Giulio Tremonti. Mentre il Carroccio conferma, fra gli altri, il padre del porcellum Roberto Calderoli e il sentore Massimo Garavaglia. A Montecitorio la Lega è ancora rappresentata da Umberto Bossi, eletto nel collegio Lombardia 1.Per i centristi alla Camera ce la fa Paola Binetti e con Monti arrivano i neo deputati Andrea Romano, braccio destro di Montezemolo e l'ex vicepresidente di Confindustraia Alberto Bombassei e il ministro uscente della Sanità Renato Balduzzi.Restano a Montecitorio il segretario del Pdl e quello del Pd, Angelino Alfano e Pier Luigi Bersani. Alla Camera anche Nichi Vendola. Molti leader, però, sono stati eletti in più di una circoscrizione e opteranno per una sola, dunque qualche candidato verrà ripescato e solo dopo la scelta dei leader si sapranno i nomi dei nuovi “fortunati”.
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