"Tutte le mattine andava a Messa e quando si recava all'estero la prima cosa che faceva era quella di farsi portare in chiesa, in qualsiasi luogo o città si trovasse".
Don Luigi Veturi, parroco della Basilica di San Giovanni de' Fiorentini parla così, interpellato dall'Ansa di Giulio Andreotti che si è spento oggi nella sua abitazione romana (a poche centinaia di metri dalla basilica).Il senatore frequentava la basilica dei Fiorentini e un altro paio di chiese del centro storico. "Partecipava attivamente alla liturgia - aggiunge il parroco - insieme alla sua amatissima moglie Livia e spesso, nelle festività più importanti, leggeva le letture all'ambone. Negli ultimi tempi la malattia non gli consentiva questa quotidianità, e allora andavo io a casa sua a portare a lui e alla moglie la comunione. È stato lucido fino all'ultimo giorno, anche se sabato, quando sono andato da lui per la comunione, l'ho visto più stanco del solito ma sempre sorridente e sereno". "Al termine della funzione, all'uscita si ritrovava con alcuni fedeli e qualche persona in difficoltà economica", aggiunge il parroco della Basilica dei Fiorentini. "La domenica c'era infatti il rito della busta: il presidente le riempiva con qualche banconota distribuendole a chi faceva cenno".Andreotti aveva anche regalato alla basilica un'icona per la mostra permanente che don Luigi ha allestito nel sottotetto. Don Luigi tiene a ricordare "l'affinità e il grande amore di Andreotti per la sua famiglia". Aveva sposato Livia Danese quasi settant'anni fa, era il 16 aprile del 1945 quando questa discreta signora disse sull'altare il suo sì ad un uomo che avrebbe scritto lunghi capitoli della storia d'Italia. Insieme i due avrebbero scritto invece la storia di una bella famiglia: quattro i figli nati da un matrimonio che non ha mai invaso le cronache.