giovedì 9 maggio 2024
Il Vredespaleis, completato nel 1913, ospita la Corte internazionale di giustizia. Nacque come sede di una conferenza mondiale permanente sul disarmo e alla sua decorazione contribuirono molte nazioni
Il Vredespalais (Palazzo della Pace) all’Aia, Paesi Bassi

Il Vredespalais (Palazzo della Pace) all’Aia, Paesi Bassi - Rafael Ishkhanyan / Unsplash

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All’Aia, nei Paesi Bassi, si trova uno dei palazzi che più rappresenta il valore della pace e della giustizia nel mondo: il Vredespaleis, che, tradotto in italiano significa proprio Palazzo della pace. Si tratta di un edificio neorinascimentale completato nel 1913, che combina gli stili romanico, gotico e bizantino, costruito in granito, arenaria e laterizio. Il Palazzo della pace è conosciuto in tutto il mondo in quanto ospita la Corte internazionale di giustizia e la Corte internazionale di arbitrato il cui scopo è quello di supportare la ricerca di una soluzione pacifica ai conflitti fra i Paesi. Lo scorso fine febbraio si è tenuta un’importante riunione sulle conseguenze legali della prolungata occupazione di Israele nei territori palestinesi, una discussione giuridica con parere non vincolante a cui hanno partecipato per la prima volta ben più di 50 stati del mondo. L’8 aprile 2014, con una decisione unanime della Corte Europea, esso è stato inserito nel patrimonio europeo per l’impegno nella realizzazione della pace.

La sua storia è affascinante. Nacque su proposta dello zar Nicola II di Russia che il 24 agosto 1898 inviò un messaggio a Berlino, Parigi, Londra e Washington chiedendo che i rappresentanti di tutte le nazioni si riunissero in una conferenza internazionale destinata esclusivamente ai problemi legati alla pace mondiale e al disarmo; preoccupato per la continua corsa agli armamenti. Ma già nel 1804 lo zar Alessandro I di Russia aveva proposto, in un memorandum, che le nazioni redigessero un patto che impegnasse gli Stati a non iniziare una guerra senza aver prima tentato in ogni modo di trovare una forma di mediazione. Nel 1899 venne avanzata l’ipotesi sul luogo in cui si sarebbe potuta tenere questa conferenza, che ovviamente non poteva essere né San Pietroburgo né la capitale di qualsiasi altra potenza. La giovane regina Guglielmina dei Paesi Bassi propose l’Aia come sede, soprattutto perché, essendo situata sul mare, era facilmente raggiungibile da ogni parte del mondo.

Molto si deve al magnate e filantropo Andrew Carnegie (1835-1919) americano di origini scozzesi conquistato dall’ideale di raggiungere la pace universale, che il 22 aprile 1903 ordinò al suo tesoriere di inviare un assegno da 1,5 milioni di dollari al governo dei Paesi Bassi per l’edificazione del palazzo. Prima di poter iniziare il progetto era necessario creare una fondazione con un consiglio di amministratori. Così nacque la Carnegie Foundation, che ancora oggi ne è il punto di riferimento. Non solo varie nazioni contribuirono a costruirlo ma pure ad arricchirlo con donazioni di vari oggetti d’arte, dipinti, sculture, arredi. A cominciare dall’Italia, con 8 colonne e 16 pilastri di pregiato marmo paonazzo giallo e bianco che si trovano al suo ingresso. Poi la Francia, il Belgio, l’Indonesia, l’Iran (con tappeti persiani), l’Argentina, Polonia e Stati Uniti d’America con statue decorative di carattere allegorico, rappresentanti la sapienza, l’eloquenza, il coraggio, la giustizia, il commercio e l’agricoltura. Splendido il cancello di acciaio abbellito da due medaglioni di bronzo, dono della Germania. Dal Giappone arrivò una tappezzeria in seta decorata chiamata “gobelin”, con tipiche riproduzioni di fiori ed uccellini, assemblata in nove pannelli. Parecchi i vasi che i visitatori possono ammirare, donati da Cina ed Ungheria. Bellissimo ed imponente quello regalato dallo Zar Nicola II, in diaspro (una pietra screziata), del peso di circa 3200 kg. con una testa di leone d’oro e un’aquila a due teste: lo stemma della famiglia Romanov. La Svizzera ha regalato un prezioso orologio che si trova nella torre più alta delle due che sovrastano il palazzo. A cui sono state aggiunte ben 48 campane e un carrilon, proprietà della fondazione Carnegie e della Hague Carillon Foundation. Speciale la Fontana degli orsi polari, dono della Danimarca, con statue in porcellana raffiguranti orsi polari e leoni marini. Fu danneggiata durante la seconda guerra mondiale e in seguito versò in stato di deterioramento.

Dopo 2 anni di restauri nel 2004 è stata riportata al suo originale splendore. Per preservarla dai rigori invernali, durante tali mesi viene coperta. Concludiamo allora il nostro giro in questo tempio della pace nel giardino, che Andrew Carnegie desiderò fosse costruito con gli stessi materiali del palazzo. Dotato di ampie terrazze, un grande roseto e un vasto stagno formato deviando il corso dell’acqua naturale. Infatti l’acqua è uno degli elementi indispensabili nella vita. Come la pace. Fra i componenti botanici scelti dall’architetto britannico Thomas Mawson che lo ha progettato, ci sono alberi e arbusti con foglie piccole per lasciare filtrare la luce. Di notte il Palazzo della pace è completamente illuminato - anche la luce è simbolo di pace, di speranza - testimonianza tangibile, attraverso la sua storia, arte e cultura, della fratellanza fra i popoli.

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