giovedì 3 dicembre 2015
​La proposta di Zanetti (Scelta civica), sottosegretario all'Economia: «Chiediamo ai 18enni una presa di coscienza». E Renzi lancia la consultazione della base dem.
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Ora Renzi cerca il 'sì' della base democrat a una delle misure più contestate delle ultime settimane, il bonuscultura da 500 euro da dare ai neodiciottenni nel 2016. «Aiutarli a ricordare chi siamo mi sembra un dovere, altro che mancia elettorale. Che ne pensate? Leggo volentieri le vostre considerazioni», scrive il premier in una lettera ai militanti in vista dei mille banchetti che il Pd terrà nel fine settimana. Una sorta di consultazione via posta elettronica. Un modo per ricevere umori e capire se il senso della misura è passato oppure no. Di solito il premier prende questa strada quando vuole andare oltre gli editoriali critici dei giornali. Potrebbe servirgli da conferma. O potrebbe attivare una mezza marcia indietro. «Per me è una risposta alla crisi di valori: la cultura, il teatro, la musica, il cinema, l’educazione sono elementi costitutivi dell’essere italiani», spiega Renzi. Intanto le critiche continuano a fioccare. Ieri Emmanuele Emanuele, presidente della Fondazione Roma, non è stato tenero: «Con tutto il rispetto per Renzi, il bonus non mi sembra la formula più adeguata. Se diamo 500 euro ai giovani per andare ai musei ma i musei sono chiusi, allora è un modo per gratificare un mondo elettorale». Meglio dare l’equivalente - 300 milioni se ne usufruisse ogni 18enne - a chi la cultura la produce. Ma lo scopo di Renzi è politico: come per la Tasi, con il bonus vuole dare un segno di fiducia ai consumi interni, senza i quali il Pil resta anemico (come dimostra il dibattito sullo 0,8 o lo 0,9 del 2015). «Finalmente dopo tre anni il Pil sarà positivo e migliore delle previsioni», stoppa le polemiche il premier nella lettera alla 'base' dem. «Mica gli stiamo regalando l’i-phone, stiamo dicendo che possono spendere 500 euro per musei, cinema, libri, mostre. Chi parla di mance elettorale usa davvero argomentazioni risibili». Enrico Zanetti, sottosegretario all’Economia e leader di Scelta civica, difende senza imbarazzi il bonus ai diciottenni: «Ha un valore simbolico molto alto, è come se fosse un benvenuto nel mondo adulto con il quale chiediamo al ragazzo di prendere coscienza e conoscenza del patrimonio artistico, culturale e valoriale del Paese. Ed è giusto che sia sganciato dal reddito familiare, è un beneficio che deve andare al giovane e che il giovane si deve gestire in proprio. Però un requisito lo inserirei e come gruppo parlamentare lo proporremo...». Che tipo di requisito? Credo che il bonus sarebbe doppiamente significativo se fosse condizionato alla prestazione di un servizio di volontariato, di un impegno anche minimo a titolo gratuito per la società. Nel mentre lo Stato dà al giovane una opportunità formativa per aiutarlo a crescere, lui impara che diventare grandi vuol dire anche offrire qualcosa di sé, il proprio tempo, una propria capacità. È sufficiente questo per rendere più 'seria' la misura? La misura è seria a prescindere, si fa finta di non coglierne lo spirito perché in Italia non siamo abituati a mettere i soldi su scopi specifici, abbiamo sempre preferito interventi a pioggia che poi alla fine non muovono nulla. Il governo ha scelto questa platea per dare un segnale al Paese, e veramente mi fa ridere l’idea per cui poi questi 550mila neodiciottenni correranno in massa a votare per i partiti di maggioranza. Io ho un’altra stima e considerazione dei nostri giovani, e poi, cosa non trascura- bile, questa misura non arriva in campagna elettorale. La misura entrerà in manovra o sarà parte di un altro provvedimento? Certamente sarà in legge di stabilità, al posto - insieme ai maggiori investimenti in sicurezza - dell’anticipazione al 2016 della riduzione Ires. Fermo restando il via libera europeo. Saranno contente le imprese... Questa è un’altra polemica assurda. La riduzione Ires è già stata scritta in manovra, è già coperta e parte dal 2017. Non c’è nessun rinvio. Non c’è nessun rinvio rispetto all’impegno preso: 2016 Tasi, 2017 Ires, 2018 Irpef. A proposito di polemiche, sul salvabanche ci sarà una correzione da parte del governo?   Noi faremo una proposta, ovvero consentire la deduzione delle minusvalenze, oggi possibile solo per chi ha altre plusvalenze. Una norma ad hoc per contenere il danno per pensionati e risparmiatori semplici, per quelle persone e famiglie che non possiedono tanti titoli. Però il principio non si tocca: chi investe in capitale di rischio poi non deve aspettarsi che la fiscalità generale copra le perdite. Per il momento il governo si è espresso poco e niente su altri due temi caldi, la moneta digitale e l’azzardo. Dove andrà a parare il dibattito alla Camera? Sul contante sono stati presentati gli emendamenti più disparati, da quelli che cancellano il limite di 3mila euro a quelli che sanzionano chi non accetta il Pos per un caffè. Ma la linea del governo è chiara, né gli uni né gli altri avranno spazio. La moneta digitale va promossa con le premialità e non con gli obblighi. Sosterrete il divieto integrale di pubblicità dell’azzardo? Cancellare del tutto la pubblicità mi sembra troppo, ma ci vuole una stretta. Per noi però è più importante un altro punto, evitare che ci siano slot e giochi in esercizi pubblici che offrono altri servizi. Bisogna ridurre e circoscrivere l’area del gioco. Da sottosegretario una previsione: chiuderemo a 0,8 o a 0,9? Un dibattito surreale, che non ha nessun impatto sulla percezione di benessere del Paese. Non mi esalto per lo 0,9 e non mi deprimo per lo 0,8. L’importante è confermare la stima dell’1,5 nel 2016. Sulle pensioni Scelta civica fa da 'cane da guardia' alle riforme di Monti e Fornero: lei sta con Boeri o Poletti? Nel merito le idee di Boeri sono giuste e condivisibili, chiarendo però che non tutte le pensioni alte sono pensioni d’oro. Le pensioni d’oro sono quelle il cui importo è superiore ai contributi versati, lì bisogna intervenire. Per il resto, mi ripeto: non mi piace che Boeri usi una posizione da tecnico, la presidenza dell’Inps, per fare il politico o per scrivere la contromanovra.
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